Riportare al centro delle priorità le persone e la loro dignità
di Rodolfo Dalla Mora*
«Come le precedenti – denunciano i disability manager, tramite le parole di Rodolfo Dalla Mora, presidente della SIDiMa (Società Italiana Disability manager) – l’attuale manovra economica appare contraddistinta da una base di profonda iniquità verso le persone più deboli. Pur consapevoli infatti della grave situazione economica globale, riteniamo che sia fondamentale non dimenticare e non “sacrificare” le persone con disabilità, visto soprattutto che nella manovra non vengono toccati numerosi privilegi, ancor più insopportabili nel quadro odierno. Sarebbe quindi oltremodo apprezzato un segnale di cambiamento che riportasse al centro della priorità dell’azione di governo le persone e la loro dignità, in un contesto che ambisse a garantire l’uguaglianza sociale e riconoscesse il valore dell’onestà»
“La persona al centro”: è questo il caposaldo, il concetto a cui non si può derogare nel mondo del sociale, della disabilità e del volontariato. È questa la frase presente in tutte le linee guida e negli indirizzi normativi di recente emanazione, anche a livello internazionale, in cui si sottolinea che il livello e il grado di civiltà di una nazione si valutano anche in base all’attenzione riservata ai soggetti più deboli.
Purtroppo le ultime manovre economiche del nostro Paese – inclusa quella proposta dal nuovo Governo Monti – sembrano avere dimenticato la centralità della persona umana ed è quindi con grande preoccupazione che la SIDiMa (Società Italiana Disability Manager) osserva lo sviluppo del dibattito in corso sull’attuale manovra economica: gli effetti che essa produrrà saranno infatti di un ulteriore peggioramento delle già precarie condizioni di vita di molte persone con disabilità.
I precedenti tagli al sociale avevano già deteriorato la rete di servizi pubblici legati al mondo del sociale e della salute, creando profonde situazioni di sofferenza, colmate solo in parte dal fondamentale contributo fornito dal mondo del volontariato, ormai sostituitosi allo Stato nell’erogazione di molti servizi fondamentali.
Ora, questa manovra – come le precedenti – appare contraddistinta da una base di profonda iniquità verso le persone più deboli e pertanto la SIDiMa non può che appellarsi a una rivalutazione di alcune scelte, a un ripensamento da parte dei nostri governanti in favore di un riequilibrio complessivo delle misure da prendere.
Pur consapevoli infatti della grave situazione economica globale, riteniamo che sia fondamentale non dimenticare e non “sacrificare” le persone con disabilità, visto soprattutto che non vengono toccati numerosi privilegi, ancor più insopportabili nel quadro odierno.
A fronte di tutto questo, in conclusione, sarebbe oltremodo apprezzato un segnale di cambiamento che riportasse al centro della priorità dell’azione di governo le persone e la loro dignità, in un contesto che ambisse a garntire l’uguaglianza sociale e riconoscesse il valore dell’onestà.
La SIDiMa (Società Italiana Disability Manager) è nata nell’aprile di quest’anno in occasione di un convegno a Gorgo al Monticano (Treviso) (se ne legga nel nostro sito cliccando qui) e il suo primo presidente, l’architetto Rodolfo Dalla Mora, era stato anche il primo disability manager introdotto in Italia da una struttura sanitaria (se ne legga cliccando qui), vale a dire l’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione (ORAS) di Motta di Livenza (Treviso).
A comporre il Consiglio Direttivo della nuova Società vi sono poi Consuelo Battistelli (vicepresidente), Roberta Tiozzo, Paola Pascoli, Michele Franz, Nicola Marzano, Benedetta Squarcia, Laura Cunico e Camillo Gelsumini (consiglieri).
Definito anche come «una nuova competenza che si inserisce in altre professioni», il disability manager – figura in rapida diffusione anche nel nostro Paese – ha sostanzialmente il compito, come ha scritto qualche tempo fa Dalla Mora, «di costruire reti, servizi e soluzioni, per sostenere nella vita di ogni giorno chi ha perso la propria autonomia e i suoi familiari, spesso disarmati di fronte a una condizione improvvisa che richiede adempimenti burocratici, conoscenze e competenze specifiche. Una professionalità sempre più indispensabile, a fronte di un futuro caratterizzato dal progressivo aumento della vita media e dalla maggiore sopravvivenza a molte patologie e a grandi traumi sino a poco tempo fa letali».