La sedia a rotelle che sale le scale grazie ai cingoli sotto le ruote
Potrebbe migliorare la mobilità e l’autonomia di chi ha una disabilità motoria. Per ora è solo un prototipo realizzato dagli studenti di ingegneria di Zurigo
di Maria Giovanna Faiella
Una sedia a rotelle elettrica che sale e scende le scale. Si chiama «Scalevo» e per ora è solo un prototipo realizzato da una decina di studenti svizzeri, premiati – grazie alla loro idea innovativa – nella sezione «LabView Student design competition 2015» nell’ambito della Conferenza di National Instruments che si svolge ogni anno in Texas. Una volta sviluppato e distribuito su larga scala, il nuovo ausilio potrebbe migliorare la mobilità e l’autonomia di chi ha una disabilità motoria e deve lottare ogni giorno contro ambienti inaccessibili e barriere architettoniche presenti un po’ dappertutto nella stragrande maggioranza delle città: dall’ingresso delle abitazioni agli edifici pubblici, dai marciapiedi all’accesso a mezzi di trasporto come, per esempio, stazioni della metropolitana o dei treni.
Come funziona
Per far funzionare la nuova sedia a rotelle elettrica, gli studenti di ingegneria del Politecnico di Zurigo hanno progettato un sistema simile a quello del Segway, una sorta di monopattino elettrico che sfrutta la combinazione di componenti elettroniche, meccaniche e informatiche. La sedia, che può sostenere persone con un peso fino a 95 chilogrammi, si muove in piano bilanciandosi sulle due ruote, proprio come fanno i monopattini elettrici. Grazie a due cingoli in gomma montati sulla parte inferiore, che si piegano verso qualsiasi angolazione desiderata, Scalevo riesce ad «arrampicarsi» scalino dopo scalino, scalando anche quelli ripidi. «A bordo», oltre a braccioli pieghevoli, c’è uno schermo touchscreen per guidare il mezzo. Una volta che ci si trova davanti all’ostacolo, per esempio una rampa di scale, si azionano gli scanner laser estraibili che misurano il dislivello da superare, e il cingolato di gomma si abbassa per «scalare» il gradino coi suoi dentelli, garantendo la massima sicurezza al passeggero anche su pendenze importanti.
Sarà «accessibile?»
Il nuovo ausilio dovrà essere ulteriormente testato e poi essere prodotto su larga scala. «Potrebbe contribuire a dare un maggior grado di autonomia a chi si muove sedia a rotelle – commenta l’architetto Rodolfo Dalla Mora, presidente di SIDiMa, Società Italiana dei Disability Manager e responsabile dell’ufficio “Accessibilità” e del Centro per l’adattamento dell’ambiente domestico all’Ospedale riabilitativo di alta specializzazione di Motta di Livenza, in provincia di Treviso – . Ben venga la ricerca nell’ambito delle tecnologie assistive che, una volta collaudate dopo ulteriori sperimentazioni, possono aiutare le persone a superare le barriere architettoniche ma, per essere utilizzate, devono essere “accessibili” nei costi e introdotte nel Nomenclatore tariffario degli ausili e delle protesi per poter essere fornite dal Servizio sanitario nazionale».
Uguali opportunità
L’accesso agli ausili necessari per le persone con disabilità, però, ancora non avviene in modo uniforme sul territorio nazionale. «Ci sono Asl restie a prescrivere nuovi ausili perché costano molto, altre invece li forniscono per favorire l’inclusione delle persone con disabilità: un problema di non omogeneità che ci auguriamo sia superato con l’approvazione del nuovo Nomenclatore tariffario (dovrebbe entrare in vigore insieme ai nuovi Lea-Livelli essenziali di assistenza – all’esame della Conferenza Stato-Regioni ndr – ) – sottolinea Dalla Mora – . Gli ausili, poi, non andrebbero prescritti in forma generica ma “su misura”, in base alle specifiche necessità e in funzione delle potenzialità residue della persona, in modo che possano facilitare le attività della vita quotidiana».
Fonte: Corriere della Sera